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Gli zampognari si trovano sempre ai lati della coppia divina. Lo zampognaro è sempre un vecchietto, a differenza del Ciaramellaio, anch’esso elemento fondamentale del Presepe Napoletano.
Il termine zampognaro sta ad indicare “coloro che suonano la zampogna”, e le origini risalgono a fine Settecento, con la nascita del canto “Tu scendi dalle stelle”. Questo canto natalizio è stato composto nel Dicembre del 1754 a Nola, dal vescovo (successivamente proclamato santo) Alfonso Maria de’ Liguori. Questo canto altro non è che la versione italiana dell’originale, creato pochi giorni prima, della canzone “Quanno Nascette Ninno”.
I pastori di Marco e Giuseppe Ferrigno sono vere e proprie opere d’arte, sculture rifinite nei minimi dettagli tali da renderli perfetti oggetti da salotto, pur nel rispetto e nella funzionalità del tradizionale presepe devozionale. La bottega oggi è espressione di un pezzo di anima antica della città, conservando intatta la più alta tradizione napoletana del presepe settecentesco.
I venditori nel presepe napoletano sono sempre dodici in quanto rappresentano l’allegoria dei dodici mesi dell’anno. Per ogni mese quindi un venditore. Gennaio è rappresentato dal macellaio o salumiere; Febbraio: dal venditore di ricotta e di formaggio; Marzo dal pollivendolo e venditore di altri uccelli; Aprile dal venditore di uova; Maggio dalla coppia di sposi con cesto di ciliegie e di frutta; Giugno dal panettiere; Luglio in genere dal venditore di pomodori; Agosto dal venditore di anguria; Settembre dal venditore di fichi o di pannocchie; Ottobre dal vinaio o cacciatore; Novembre dal venditore di castagne; Dicembre dal pescivendolo o pescatore.
Tutti i pastori di Marco e Giuseppe Ferrigno sono considerati vere e proprie opere d’arte, con dettagli e rifiniture pregiate tali da renderli oggetti da salotto, pur nella funzionalità e nel rispetto del tradizionale presepe devozionale.
A Napoli allestire il presepe è un vero e proprio rituale: in questa rappresentazione Paradiso e Inferno, Bene e Male, Pagano e Cristiano coesistono. Ogni singolo pastore (realizzato in abiti settecenteschi), ogni singola decorazione, ogni luogo nascondono un simbolo ben preciso, un significato importante che va oltre la semplice raffigurazione della Natività.
La rappresentazione ha origini antiche: nel XV secolo gli artigiani hanno espresso la loro arte creando statuine da porgere in regalo ai frati e agli uomini di chiesa, tramandando nel tempo la consuetudine di rappresentare in forma reale la Natività, espressione della nascita di Gesù da parte di Maria e San Giuseppe.
I pastori di Marco e Giuseppe Ferrigno sono vere e proprie opere d’arte, sculture rifinite nei minimi dettagli tali da renderli perfetti oggetti da salotto, pur nel rispetto e nella funzionalità del tradizionale presepe devozionale. La bottega oggi è espressione di un pezzo di anima antica della città, conservando intatta la più alta tradizione napoletana del presepe settecentesco.
Il pescatore, nel presepe napoletano, si contrappone al cacciatore come immagine della Vita che si contrappone a quella della morte. Il pescatore può avere diverse rappresentazioni ma il suo significato è sempre quello di fiducia e di sollievo e viene sempre rappresentato con ceste di pesce. Il pesce non solo indica la generazione fisica, ma anche la generazione spirituale: come animale rappresenta chi non si lascia travolgere dalle passioni, e in quanto abitante nell’acqua, fa riferimento alla rigenerazione operata dalla stessa, appunto fonte di vita.
I pastori di Marco e Giuseppe Ferrigno sono vere e proprie opere d’arte, sculture rifinite nei minimi dettagli tali da renderli perfetti oggetti da salotto, pur nel rispetto e nella funzionalità del tradizionale presepe devozionale. La bottega oggi è espressione di un pezzo di anima antica della città, conservando intatta la più alta tradizione napoletana del presepe settecentesco.
I pastori di Marco e Giuseppe Ferrigno sono vere e proprie opere d’arte, sculture rifinite nei minimi dettagli tali da renderli perfetti oggetti da salotto, pur nel rispetto e nella funzionalità del tradizionale presepe devozionale. La bottega oggi è espressione di un pezzo di anima antica della città, conservando intatta la più alta tradizione napoletana del presepe settecentesco.
I pastori di Marco e Giuseppe Ferrigno sono vere e proprie opere d’arte, sculture rifinite nei minimi dettagli tali da renderli perfetti oggetti da salotto, pur nel rispetto e nella funzionalità del tradizionale presepe devozionale. La bottega oggi è espressione di un pezzo di anima antica della città, conservando intatta la più alta tradizione napoletana del presepe settecentesco.
Particolarmente pittoreschi sono i costumi degli abitanti delle isole di Ischia e Procida.
Il costume della Procidana in particolare è una vera e propria icona romantica. E soprattutto il soprabito che caratterizza la foggia procidana, la zimarra o camiciola, aperta sul davanti, lunga fin quasi alla caviglia, con le maniche strette e i bottoni in oro.
I pastori di Marco e Giuseppe Ferrigno sono vere e proprie opere d’arte, sculture rifinite nei minimi dettagli tali da renderli perfetti oggetti da salotto, pur nel rispetto e nella funzionalità del tradizionale presepe devozionale. La bottega oggi è espressione di un pezzo di anima antica della città, conservando intatta la più alta tradizione napoletana del presepe settecentesco.
Pulcinella sfratto in terracotta policroma, presenta le seguenti caratteristiche:
Marco e Giuseppe Ferrigno dal 1836, artigiani della terracotta napoletana.
Pastore “Re Mago” in terracotta policroma, con le seguenti caratteristiche:
Marco e Giuseppe Ferrigno dal 1836, artigiani della terracotta napoletana.
I Re Magi sono rappresentati nell’arte sin dai primi secoli cristiani. Dall’Oriente giungono i Re Magi portando 3 doni che sono l’oro, l’incenso e la mirra, che nel simbolismo rappresentano la regalità, la divinità e l’umanità del bambino. Magi è la traslitterazione del termine Persiano antico magūsh ed è un titolo che fa riferimento ai sacerdoti e astrologi dell’Impero Persiano.
I tre re pagani vennero chiamati Magi non perché fossero particolarmente propensi nelle arti magiche, ma per la loro grande competenza nella disciplina dell’astrologia.
I pastori di Marco e Giuseppe Ferrigno sono vere e proprie opere d’arte, sculture rifinite nei minimi dettagli tali da renderli perfetti oggetti da salotto, pur nel rispetto e nella funzionalità del tradizionale presepe devozionale. La bottega oggi è espressione di un pezzo di anima antica della città, conservando intatta la più alta tradizione napoletana del presepe settecentesco.
I Re Magi sono rappresentati nell’arte sin dai primi secoli cristiani. Dall’Oriente giungono i Re Magi portando 3 doni che sono l’oro, l’incenso e la mirra, che nel simbolismo rappresentano la regalità, la divinità e l’umanità del bambino. Magi è la traslitterazione del termine Persiano antico magūsh ed è un titolo che fa riferimento ai sacerdoti e astrologi dell’Impero Persiano.
I tre re pagani vennero chiamati Magi non perché fossero particolarmente propensi nelle arti magiche, ma per la loro grande competenza nella disciplina dell’astrologia.
I pastori di Marco e Giuseppe Ferrigno sono vere e proprie opere d’arte, sculture rifinite nei minimi dettagli tali da renderli perfetti oggetti da salotto, pur nel rispetto e nella funzionalità del tradizionale presepe devozionale. La bottega oggi è espressione di un pezzo di anima antica della città, conservando intatta la più alta tradizione napoletana del presepe settecentesco.
Scena “Sfratto di casa” con Pastori in terracotta policroma, occhi di cristallo, arti in legno, corpo in stoppa e abiti in seta di San Leucio. Carretto in Legno, Cane in terracotta policroma con occhi di cristallo. La composizione prevede 2 personaggi più il neonato in braccio alla mamma e il carretto.
Marco e Giuseppe Ferrigno dal 1836, artigiani della terracotta napoletana.
I prezzi sono comprensivi di Euro 200,00 per il banchetto
Arte Presepiale Napoletana dal 1836
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